So come ti senti. Ci sono passato anch’io.
Andare a lavorare tutti i giorni per avere sempre lo stesso identico risultato: il conto in pari, quando va bene, perché ci sono pure i mesi che vai sotto per pagare collaboratori e spese varie, siamo sinceri.
A volte ti verrebbe voglia di mollare tutto e rinchiudere i sogni di gloria in un cassetto.
D’altronde stai continuando a provarci, lavorando duramente ore ed ore, giorno dopo giorno, ma non cambia nulla.
Quello che non sai è che la situazione che vivi potrebbe avere due risvolti: uno positivo ed uno negativo.
Quello negativo è che effettivamente possibile tu stia sbagliando qualcosa, quindi devi rivedere le tue strategie e se il tuo business ha davvero senso di esistere per com’è stato pensato.
Se questa è la tua situazione, non hai molte vie da percorrere:
- Chiudi;
- Oppure ti rimbocchi le maniche e studi in maniera pesante tutto il processo per capire che cos’è che è impostato male e che non ti fa crescere.
Quello positivo è che il gioco nel fare impresa è generare ricchezza agendo in maniera totalmente diversa da come si fa abitualmente.
Non è possibile fare impresa come una volta perché la concorrenza è diventata troppo forte con delle soglie di ingresso troppo basse.
Gli imprenditori scarsi cercano le soluzioni nel fare del nero, acchitare un bilancio, tirare fuori dei compensi, pagare le spese e sopravvivere in quella maniera chiudendo il bilancio al minimo, sperando che il commercialista sia abbastanza bravo da non tirargli addosso l’occhio dell’ufficio delle entrate!
Il punto reale della situazione è che devi conoscere perfettamente cosa fare per strutturare la tua azienda in modo che generi ricchezza.
Solo un processo, rigoroso e strategico, di costruzione dell’azienda darà all’imprenditore i mezzi per guadagnare un sacco di soldi
È molto importante capire che l’obiettivo è la crescita perché chi cresce sopravvive chi non cresce muore.
L’obiettivo in quest’articolo è di sollecitare l’imprenditore a mettere in atto quelle azioni che gli consentiranno di crescere in maniera sana, controllata e prevedibile che anno dopo anno lo renderanno più forte e più ricco.
Al primo posto delle cose da fare c’è prendere “la consapevolezza” di dove si trova l’azienda per capire quali azioni intraprendere.
La mia esperienza sul campo mi consente di affermare che la maggior parte delle piccole imprese non è “consapevole” della reale situazione patrimoniale e finanziaria quindi credo possa essere utile dare qualche informazione dal Business plan al controllo di gestione.
Se parliamo di un’impresa già operativa sembrerebbe non corretto parlare di Business plan ma si dovrebbe parlare piuttosto di controllo di gestione.
Questo è vero se il Business Plan, o piano d’impresa, è già patrimonio dell’impresa perché esso rappresenta il più importante strumento a disposizione dell’imprenditore.
Esso fornisce l’immagine dell’azienda ed aiuta chiunque voglia investire a capire se l’eventuale finanziamento può concorrere a produrre ricchezza ed aiuta l’imprenditore ed il finanziatore, istituto bancario o privato, a comprendere cosa si vuol fare e quali risultati conseguire.
Ormai In Italia tutte le leggi operative, sia nazionali che regionali, pretendono il business plan proprio perché il piano d’impresa è il metodo di analisi e di previsione di elezione per capire se l’impresa avrà successo.
Quindi il business plan o piano d’impresa, tradotto in italiano, in estrema sintesi, serve a:
- Chiarire le idee : prima di tutto a te stesso!
- Vendere l’idea: prima di tutto a te stesso!
- Confrontarla con la realtà: anzitutto la tua!
Questo processo consente di isolare l’emozione per lasciare spazio ad un ragionamento razionale che analizzando i numeri ti faccia rispondere alla domanda: investirei su questo progetto?
Come redigere un business plan
- Presentazione sintetica del progetto
- Dati societari
- Valutazione del mercato
- Descrizione della strategia
- Dati di bilancio previsionale
- Conclusioni
1.Presentazione sintetica
Una sintesi ben articolata darà un quadro preciso dell’azienda e del suo sviluppo futuro della sua idea differenziante rispetto ad altre iniziative quindi:
- La descrizione dei prodotti/servizi
- Gli obiettivi che si vogliono raggiungere e con quale strategia
- I motivi che fanno ritenere che sarà una operazione di successo
- La struttura ed i mezzi che si mettono in campo
2.Dati societari
Anagrafica. Un business plan deve riportare necessariamente i dati essenziali della società, nome, sede legale e struttura dell’azionariato, se c’è, altrimenti saranno i dati dell’imprenditore.
Gli elementi quantitativi cioè la cronistoria aziendale ed i componenti del gruppo, se sono presenti soci o collaboratori, e le loro esperienze qualificanti.
Prodotto/Servizi. Si può trattare della variazione di un prodotto esistente o di un prodotto completamente nuovo. E’ indispensabile rilevare gli aspetti che differenziano il prodotto da quelli forniti dalla concorrenza ed evidenziare i bisogni che soddisfa e le eventuali soluzioni che può fornire ad un cliente per la risoluzione di problemi. Particolare attenzione va ai valori “intangibili” che l’impresa può fornire e sui quali costruire la differenziazione dell’offerta.
Mission. Ossia la funzione e il ruolo dell’impresa
Idea. I caratteri distintivi ed eventuali elementi d’innovazione
3.Valutazione del mercato
Gli elementi da valutare sono
- Mercato obiettivo del prodotto che venderà l’azienda
- Analisi dei competitor per prodotti uguali o simili
- Analisi dei punti di forza e di debolezza della proposta
- Analisi delle opportunità e dei rischi
4.Descrizione della strategia
La strategia è operativa quando fornisce gli elementi per identificare di come la società intende muoversi sul mercato per ottenere i risultati previsti; solitamente è scandita da un piano di controllo mensile su base annuale.
La strategia è piano operativo ed è sinergico rispetto alla strategia operativa in quanto è una descrizione per punti di azioni da compiere, e condizioni da creare, per raggiungere le previsioni di fatturato.
5.Dati di bilancio
Fondamentale è stilare uno stato patrimoniale, un conto economico e i flussi di cassa per almeno i primi 3 anni di vita dell’azienda perché in questo periodo si sostengono la maggior parte dei costi e si incominciano ad intravvedere i primi ricavi.
6.Conclusioni
In ultima analisi calcolare il ritorno del capitale investito nell’anno seguente e nei 3-5 anni successivi dipenderà da come è stato impostato il business soprattutto riguardo alla tempistica. Ovviamente si tratta di un calcolo previsionale, fatto da cifre ipotizzate e non certe ma assolutamente fondamentale al completamento del business plan.
L’errore più comune da evitare:
Costituire una società con capitale insufficiente o comunque un capitale limitato è un pesante fattore negativo per lo sviluppo della società.
Per esperienza si può stimare che il capitale necessario a non far abortire il progetto dovrebbe essere calcolato in maniera che un dimezzamento iniziale delle entrate stimate non costituisca un handicap insuperabile alla sostenibilità dell’impresa.
Compilato il business plan sarà necessario redigere un budget, ovvero la previsione sul flusso di denaro che andrai a spendere e guadagnare.
Per ottenere i risultati auspicati è fondamentale essere precisi ed avere una visione chiara di dove si vuole arrivare in termini di profitto.
Un consiglio: non rendere più complicato di quello che è redigere un budget perché indispensabile allo sviluppo sano dell’impresa.
Il passo successivo è passare dal business plan al controllo di gestione e sarà l’oggetto del prossimo articolo.
Se sei interessato a quest’argomento, lascia un commento o fai una domanda alla quale risponderò individualmente.
Buon lavoro